Amandoti. Epica Etica Etnica Pathos

Salve, ci conosciamo?
Ero sui confini, un mese fa, anzi di più, che sembrano essere passati vent’anni, e invece era solo un mese fa, anzi di più, e ricordo di essermi seduta su un’altalena che era lì abbandonata a sé stessa, come tutto il resto del mio corpo, e ho cominciato a dondolarmi mentre dall’altro lato dei binari c’era la Slovenia e due uomini varcavano la soglia della loro vita a braccetto. C’era anche lo scivolo e ho avuto paura; una di quelle mie sensazioni inspiegabili, ché quando ci ho una discesa davanti tiro il freno a mano e mi inchiodo, certe volte rischiando di catapultarmi al contrario e sfasciare tutto, ancora una volta.
Ho qualcosa che assomiglia ad un nodo in testa, ma piccino questo, che si scioglie facilmente, perché quando sento mancanza, di quella un po’ più forte delle altre, chiedo alla persona interessata dove si trova. Di descrivermi cos’ha davanti.
È una conferma ulteriore dell’esistenza di qualcuno.
È una conferma ulteriore della tua esistenza che se ne sta andando.
Questa è solo una delle centinaia di cose che non ti ho detto, o forse sì. E mai ti dirò, o forse sì.
Salve, ci conosciamo?
No. Non ci conosciamo né mai più lo faremo davvero.
La verità è che mi manchi da domani.

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Non è che ci sia molto da dire. Anzi, forse sarebbe opportuno precisare che non c'è niente da dire. La donna ignota è silenziosa. Osservatrice. Le piace guardare attraverso la macchina fotografica, ché è come si sentisse protetta dal mondo. Non sopporta il caldo. Ci sono poche cose che farebbe continuamente. Una di queste è tenere gli occhi fissi al cielo, che vuole sempre entrarci dentro. È sintetica e sociopatica, solitamente. Niente più.
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4 risposte a Amandoti. Epica Etica Etnica Pathos

  1. Fannes ha detto:

    3 mesi di riflessioni non ti hanno fatto perdere l’abitudine a scrivere post complicati 🙂

  2. Patatina Fritta ha detto:

    La parte dell’altalena…io tre anni fa ho avuto un periodo bellissimo fatto di sigarette che non mi facevano male, caffè che mi faceva stare bene, panchine, camminate, solitudine. Adesso tralasciando le sigarette e il caffè, voglio tornare a starmene sola e a fidarmi di me stessa, a fare le camminate, a sedermi sulle panchine e starmene lì senza sentirmi stupida perché non ho in mano una sigaretta e quindi una scusa.

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